DcP ha partecipato alla terza edizione del MESA European Content Protection Summit di Londra , uno degli eventi più importanti a livello internazionale in tema di distribuzione di contenuti digitali su piattaforme internet e televisive. Associazioni di categoria, fornitori di security, network televisivi e produttori di contenuti si sono confrontati sulle principali criticità del settore, discutendo di tecnologie di protezione, di strategie generali di enforcement , di mercato e ruolo dei consumatori e di policy. A tenere banco sono stati soprattutto due argomenti: le tecnologie di protezione e la collaborazione con gli internet service provider , temi solo apparentemente separati che in realtà hanno molti punti in comune.
Le tecnologie ACR (Automatic Content Recognition) hanno ormai raggiunto ottimi livelli di affidabilità ed efficacia, ma il loro impiego è ancora limitato sia in termini quantitativi che qualitativi. L’appello lanciato ai provider e alle piattaforme (soprattutto quelle che consentono la diffusione di materiale video e il live streaming) chiede un impiego più diffuso di quei sistemi e un utilizzo maggiormente orientato alla tutela e non solo alla monetizzazione dei contenuti.
Sempre a proposito di tutela dei diritti, si è discusso molto di sistemi di watermarking e della necessità di dedicare risorse e sforzi al controllo di tutta la supply chain , tutelando il prodotto con uguale attenzione dalla fase di pre-release a quella successiva alla release ufficiale. Da questo punto di vista, proprio l’industria musicale ha mostrato negli ultimi anni quanto questa strategia possa risultare efficace e pagare nel breve-medio periodo.
In generale, tutti gli stakeholder hanno concordato sull’obbligatorietà di un approccio multi-livello alla difesa dei diritti: tecnologia, accordi su base volontaria con i provider, azioni di enforcement
alternative, policy
e advocacy
sono efficaci solo se inserite in una visione strategica più ampia.
Dal punto di vista normativo è emersa una critica generalizzata al DMCA
, strumento utile per intervenire su diverse forme di pirateria ma sostanzialmente inefficace su fenomeni come il live streaming per i quali sarebbero auspicabili sistemi a intervento più diretto e rapido.