WIPO - World Intellectual Property Organization ha di recente accolto la tesi presentata da Furla, per il tramite dello studio legale LCA e con il
supporto tecnico di DcP – Digital Content Protection, disponendo il trasferimento di oltre 30 nomi di dominio registrati in violazione dei diritti del marchio della maison.
WIPO ha accolto la richiesta di consolidare in un unico procedimento i vari domini registrati a nome dei 9 diversi soggetti, riconducendo l’attività dei titolari dei nomi a dominio contestati al fenomeno del cybersquatting: dirimente, a tale scopo, è stata la collaborazione tecnica con DcP e il suo team di Content & Brand Protection, che
ha identificato le prove del “comune controllo” dei nomi a dominio contestati.
Il traguardo di Furla si inserisce in uno schema più ampio di
collaborazioni vincenti fornite da DcP, come quella
avvenuta qualche anno fa con Moncler:
“È cruciale che le aziende adottino un approccio innovativo e flessibile, guardando al di là delle procedure standard per individuare e affrontare le minacce alla loro proprietà intellettuale” commenta
Marco Signorelli, Director of Strategy and Operations DcP.
“Questo caso dimostra che una combinazione di strategie legali e capacità di pensiero fuori dagli schemi può portare a risultati concreti nella protezione dei marchi e dei diritti delle aziende sul web”.