EUIPO, l’ Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale , ha rilasciato l’atteso studio STUDY ON DYNAMIC BLOCKING INJUNCTIONS IN THE EUROPEAN UNION , una disamina completa sullo stato dell’arte delle misure di blocco dei siti illegali intraprese nei paesi membri.
L’Ufficio ha concentrato la sua attenzione in particolare sul rimedio del blocco dinamico , ovvero di quella particolare tipologia di blocchi IP e DNS che consente, a seguito dell’emissione di un ordine “aperto”, di intervenire anche su ulteriori portali alternativi che dovessero essere creati per aggirare la misura adottata sul sito fonte originaria della violazione contestata.
EUIPO ha profondamento analizzato le procedure di blocco adottate nell’Unione sia da un punto di vista tecnico che giuridico, individuandone gli aspetti chiave, citando alcune best practice e indicando i case study di rilievo.
Fra le conclusioni più interessanti sono da citare:
Nel caso dell’Italia EUIPO cita due casi come best practice: sono entrambi seguiti da DcP come consulente tecnico della parte lesa.
DcP ha assistito lo Studio LGV e lo Studio Previti nel caso che opponeva Lega Serie A e SKY a Cloudflare nell’ambito del progetto di tutela della diffusione di partite del campionato di calcio italiano. Oltre all’ordine basato su blocchi dinamici delle IPTV illegali, il Giudice ha intimato a Cloudflare di cessare i servizi offerti agli stessi soggetti a prescindere dalla sua eventuale qualificazione tecnica e dall’effettivo ruolo che svolge nel processo che porta alla violazione finale.
DcP ha assistito lo Studio Previti nell’azione promossa da Mondadori contro i due siti (DaSolo sito pirata originario – Italianshare nuovo sito aperto in risposta all’ordine di blocco di DaSolo). Il Giudice ha rigettato il ricorso presentato dagli ISP, secondo i quali l’intervento di blocco su Italianshare esulava dagli obblighi del primo provvedimento e avrebbe posto in capo agli ISP stessi un obbligo generale di monitoraggio. Il Giudice ha ritenuto il blocco dinamico pienamente compatibile con la Direttiva E-Commerce , obbligando gli ISP a bloccare il nuovo dominio sulla base di una semplice richiesta dell’avente diritto.
Giova ricordare che il blocco dinamico venne per la prima volta adottato in Italia con le azioni supportate da FPM (Federazione contro la Pirateria Musicale) contro i portali di Pirate Bay e di BTJunkie nel 2008 e nel 2011.
Lo studio può essere consultato qui.