Debutta in questi giorni nelle sale cinematografiche la storia di Mixed by Erry: la celebre impresa illegale di contraffazione musicale degli Anni ’80 e ’90 gestita dai fratelli Frattasio, che furono arrestati dopo una lunga indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – coordinata dal PM Luciano D’Angelo e dagli agenti del Commissariato ”Dante” di Napoli assistiti dalla FPM – Federazione contro la Pirateria Musicale.
Sottovalutata e spesso vista come un innocuo fenomeno di costume, la contraffazione musicale e audiovisiva era infatti il secondo business più redditizio dei clan dopo il traffico di sostanze stupefacenti, a fronte di investimenti contenuti e con un grado di rischio molto basso. Un’attività poco etica, come viene invece romanticizzata nel film, in uno scenario non dissimile da quanto accade oggi con la pirateria delle IPTV, che colpisce le trasmissioni delle partite di calcio e l’industria cinematografica causando milioni di euro di danni ai titolari dei diritti e che alimenta i redditi illegali della grande criminalità campana.
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