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Il blocco dei siti pirata è efficace: la conferma da uno studio universitario inglese

22 aprile 2016


La Carnegie Mellon University ha recentemente pubblicato uno studio indipendente che mostra come il blocco IP e DNS dei siti pirata, produca ottimi risultati in termini di prevenzione del fenomeno e di abbattimento del numero di utenti che usufruiscono di siti illegali.

Lo studio, condotto su un panel di quasi 60.000 utenti a seguito del blocco simultaneo di 53 siti in Gran Bretagna, ha evidenziato un calo del 90% nel volume di visitatori dei siti bloccati, senza registrare un contemporaneo incremento apprezzabile nel numero di visitatoti dei siti non bloccati .

Ecco alcuni dei dati principali rilevati dallo studio:

  • Calo del 90% nel numero di visite sui siti bloccati
  • Incremento limitato dell’utilizzo di sistemi di aggiramento dei blocchi (principalmente utilizzo di VPN)
  • Contestuale incremento fino al 10% del volume di visite sui siti legali
  • Efficacia massima quando l’ordine di blocco viene disposto per più siti contemporaneamente

Lo studio non fa che confermare quanto le Associazioni di Categoria, in particolare quelle che rappresentano le aziende discografiche, cinematografiche, videoludiche ed editoriali, ripetono da molto tempo: il blocco congiunto di IP e DNS dei siti pirata consente di ottenere ottimi risultati in termini di contenimento del fenomeno .

I dati rilasciati nel tempo da FPM (la Federazione Anti pirateria dell’Industria Discografica), hanno sempre evidenziato un calo generalizzato intorno al 90% nel numero di visite dei siti bloccati in Italia dall’Autorità Giudiziaria, numeri perfettamente in linea con quelli citati nello studio inglese.

I risultati impongono anche una riflessione sul vigente Regolamento sul Diritto d’Autore di Agcom: non sarebbero maturi i tempi per prevedere anche il blocco IP dei siti illegali oltre a quello DNS?

Lo studio è disponibile sul sito del Social Science Research Network.

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