Il Tribunale di Milano ha respinto il ricorso di CloudFlare contro l’inibitoria cautelare che gli imponeva di interrompere la fornitura del suo servizio DNS pubblico
a tre famigerati siti BitTorrent
che in precedenza erano stati bloccati da AGCOM, l’autorità locale di regolamentazione delle comunicazioni.
IFPI, l’organizzazione che rappresenta l’industria discografica nel mondo, ha coordinato l’azione iniziale intrapresa dalle società associate in Italia (Sony Music Entertainment Italy s.p.a., Universal Music Entertainment Italy s.r.l., Warner Music Italia s.r.l.) contro CloudFlare all’inizio di quest’anno. A seguito di un’istanza supportata dal gruppo antipirateria italiano FPM e da FIMI – il gruppo nazionale della rete IFPI – il Tribunale di Milano ha infatti emesso nel mese di luglio un’ingiunzione cautelare
che CloudFlare ha in seguito impugnato.
Il Tribunale di Milano ha respinto le argomentazioni di CloudFlare
sulla sostanza della richiesta, confermando che la piattaforma deve conformarsi all’ordine indetto o comunque essere soggetta a penalità.
Frances Moore, CEO IFPI, commenta: “I servizi di CloudFlare consentivano agli utenti di accedere a siti Web in violazione del copyright che sottraggono ricavi a coloro che investono e creano musica. Confermando l’ordinanza originaria contro CloudFlare, il Tribunale di Milano ha stabilito un precedente importante secondo cui gli intermediari online possono essere obbligati a prendere provvedimenti efficaci se i loro servizi sono utilizzati per la pirateria musicale“.
Enzo Mazza, CEO FIMI, dichiara: “Questa è una decisione importante per l’Italia, e non solo: Cloudflare, così come altri intermediari che forniscono servizi simili, dovrebbero intensificare i propri sforzi per impedire agli utenti di accedere a siti Web illegali di cui è stato ordinato il blocco“.